I CONFINI DELL’ACQUA
Fotopoesie
VALENTINO VITALI
CARMEN LAMA
YOUCANPRINT
Il mondo con tutte le sue cose non è né bello né brutto, semplicemente è. Siamo noi esseri umani che ne “vediamo” la bellezza e la bruttezza. Chiedersi cosa sia questa bellezza che tanto ci esalta e ci spinge a fare è inutile. Non troveremo mai una risposta. Anche la Bellezza è. Potremmo dire che E’ IN NOI e ci dà piacere, gioia, voglia di vivere, stupore; a volte, quando è davvero tanta e non la conteniamo, pure sgomento. Siamo Noi che senza sapere come e perché attribuiamo il bello alle cose del mondo che siano viventi o non viventi, pensieri o opere d’arte.
Ma poiché, come afferma Platone, Eros è desiderio di possedere la Bellezza e di possederla per sempre, ecco che gli artisti commossi cercano di “possederla per sempre” fermandola nelle proprie opere. E così possono nascere libri dove due arti congiunte, la fotografia e la poesia, si richiamano l’una con l’altra e risuonano, per “eternare” istanti di bellezza che altrimenti il tempo cancellerebbe l’attimo dopo.
E’ ciò che hanno fatto VALENTINO VITALI e CARMEN LAMA nel libro I CONFINI DELL’ACQUA.
“ Il titolo vuole esprimere l’inutilità di tracciare confini in questo nostro breve tempo di esistenza e nel mondo che non ci appartiene, ma sul quale siamo stati solo temporaneamente proiettati…”
affermano gli autori nell’introduzione, dandoci subito conto della raggiunta consapevolezza riguardo la fragilità e precarietà dell’essere umano e il rispetto dovuto alla nostra casa-mondo ,che tanto sa affascinarci con la sua bellezza, se solo torniamo capaci di fermarci a contemplarla e viverla.
“…Vivere il magnetismo dei colori
assaporare la bellezza pura
ascoltare la forza del silenzio
è un’esperienza mistica speciale-…” (Nei momenti)
Ed è con spirito di contemplazione che Vitali scatta le sue foto paesaggistiche scaldandoci il cuore con immagini suggestive dei “suoi luoghi” che sono anche quelli di Carmen: il lago e le montagne in esso rispecchiantesi, i caseggiati lungo lago, i sentieri dei boschi, qualche panchina solitaria, qualche barchetta arenata; aspetti di un paesaggio che potrebbe sembrare ripetitivo perché conosciuto, ma che è sempre diverso a seconda dei giochi della luce e delle stagioni. Come in un controcanto Carmen Lama, di fronte alla bellezza delle foto che raccontano la bellezza di paesaggi anche a lei familiari, entra nelle immagini, lascia che divengano medium tra lei e il tu di riferimento poetico, tra lei e i sentimenti del fotografo, tra lei e i propri sentimenti.
Un tramonto sul lago diventa “un istante perfetto” oppure “un rogo”
“Non lumi di memoria né ricordi
ma solo la bellezza dell’istante
che non si perderà
incastonato com’è tra terra e lago…” (D’un istante perfetto)
“Un rogo si consuma ad Occidente
tra faglie sfrangiate – altolevate in riccioli e volute
in questa sera che accoglie scintille…” (Un tramonto)
Un natante in corsa solitaria in mezzo al lago le ispira senso di solitudine ma anche di totale libertà
“In ques’infinita distesa di solitudine
lasciarsi indietro una scia dorata
e andare soli
incontro ad un futuro
aperto a ogni possibile…” (In questa infinita distesa)
Man mano che procediamo nella visione delle foto e nella lettura della poesie veniamo avvolti da una speciale malinconia, come spesso i paesaggi lacustri comunicano e che i due artisti hanno saputo renderci in immagini e parole; una malinconia buona, generatrice di riflessioni profonde e condivisibili sulla propria e altrui esistenza
“…di me cosa rimane
se sono relegata
nella torre d’avorio del silenzio?
La mia bellezza era la libertà
erano le parole – era la gioia- …”(Cosa rimane)
“ In fondo al lago tacciono le storie
e indifferentemente scorie e glorie …” (Sfumate goemetrie)
Mi piace concludere questa mia brevissima nota con questa poesia dove ’immagine e la voce coincidano perfettamente per esprimere con intensa, ungarettiana semplicità l’amore per i luoghi familiari e il desiderio di trattenerli nel tempo, desiderio che ha generato un bel libro poetico da guardare, leggere, meditare.
Naturalmente queste mie sono solo alcune suggestioni tratte dal libro che contiene, come è ovvio, molto di più.
Tra_monti e lago
Questi sono i miei luoghi
ne conosco ogni angolo
fors’anche i fili d’erba
alberi vie sentieri
e nei muri scrostati
vi riconosco i tempi
ora cristallizzati
Aspiro dai tramonti
luce ed echi di voci
con le placide acque
a far da sentinelle
vivo tra monti e lago
ogni istante ogni dono
Sono questi i miei luoghi